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Alcune annotazioni
Stupenda coincidenza oggi: il primo brano è ritmato dal ritornello “per fede” che caratterizza la vita di tutti i nostri padri elencati; ed è una fede per la quale costoro, a uno a uno, hanno lasciato ciò che avevano, persino ciò che erano, e si sono incamminati verso una terra, un’esperienza nuova; nel vangelo Gesù assume una decisione: “passiamo all’altra riva”. C’è questo movimento comune e congiunto: lasciare una condizione per recarsi verso una inedita e diversa; una postura lasciata per assumerne un’altra. Ed è così: se non ci si svuota, non ci si può riempire di nuovo. La vita è fatta di misure colme, poi di svuotamenti (la kènosis di Cristo: Fil 2,6-11) per poter essere riempiti di nuovo. E’ trasformazione incessante senza distruzione. Come in cielo così in terra perché già nell’universo, prima di noi, è così: le stelle collassate danno vita a stelle e galassie nuove; i buchi neri sono grembi che partoriscono altre forme di vita; e proprio ieri leggevo che la vita sulla nostra Gaia è arrivata grazie a elementi espulsi da altri pianeti e stelle: ne hanno scoperto proprio in questi giorni uno dove sono presenti tutti gli elementi necessari alla vita, che a quanto sembra sono emigrati – sì, proprio emigrati - sino da noi. Ed ecco, la vita è migrazione, contaminazione di differenze, incontro di diversità che generano forme nuove. Sappiamo bene che più ci si contamina e più si è paradossalmente sani: questo alcuni potenti di questo pianeta intenti a espellere, costruire muri e incatenare umanità sembrano dimenticarlo.
La mia serie preferita, turca e disponibile anche doppiata in spagnolo, dal titolo “Kara Para Ask” (“Amor de contrabando” in spagnolo, “Black Money Love” in inglese), mi fa riflettere proprio su questo: in tutti i personaggi, ben disegnati e splendidamente interpretati, ci sono profondi movimenti di rilascio e trasformazione. Una delle storie d’amore è emblematica al riguardo: la giovane Nilufer, sorella più piccola nella famiglia ricca della storia, viene rapita e vive, durante il rapimento, un’esperienza di disperazione sin quando il rapitore principale non si innamora di lei e inizia a prendersi cura di lei con ogni attenzione, suscitando in lei il medesimo sentimento; sicché quando finalmente la sorella protagonista Elif, grazie al suo amato Omer e ai suoi colleghi amici della polizia, riescono a liberarla, lei non è contenta d’essere liberata e ritorna a casa come un pesce fuor d’acqua perché in lei è accaduta una profonda trasformazione che la renderà poi capace di scelte coraggiose; anche il rapitore, a tutti noto come il malfattore Metìn, attraverso questo innamoramento ha scelto di ritrovare il suo nome di bambino, Fathy. Ecco rappresentata quella sapienza del comando primordiale, iscritto all’interno di noi: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una carne sola” (Gen 2,24). Questo comando interiore vale sempre e per chiunque, non soltanto per abbracciare l’esperienza di coppia, perché ciò che si deve compiere per ognuno di noi è sempre il matrimonio interiore, il ritrovamento della nostra profonda essenza divina e dunque le nozze tra la nostra personalità terrena e l’anima eterna, fra la luce discesa sin nell’ombra e l’ombra illuminata (Is 26,19), fra yin e yang interni; e questo accade spesso anche grazie a relazioni d’amore, che inizialmente generano una condizione di estasi per poi sospingerci invece verso l’interno, alla ricerca della nostra versione umana migliore, come Nilufer e Fathy, come Elif e Omer – coppia meravigliosa -, Arda e Pelin, Mert e Demet, che sono significativamente tutte coppie in cui ognuno dei due, attraverso l’amore, entra in una dimensione nuova scoprendo parti altrimenti ignote di sé.
L’ingrediente sempre necessario perché queste trasformazioni evolutive avvengano è l’innamoramento: bisogna innamorarsi di qualcuno preciso o della vita nella sua interezza, ma vivere da innamorati sì, per rendersi disponibili a danzare ogni giorno su questo ritornello vitale e vibrante: “per fede”. E’ questo lasciarsi afferrare nella fiducia dell’amore che scioglie le nostre vele interne e conduce “all’altra riva”, dove ogni esperienza anche di eventuale fallimento è apprendimento e crescita, sorpresa e stupore.
NB: gli autori citati sono sempre indicati in forma ipertestuale: puntando il mouse sul nome, si può aprire il riferimento biografico.
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